“POTEVO FAR FUORI LA MERKEL MA NON L’HO FATTO” di Fortunato Cerlino - Regia di Fortunato Cerlino e Marcello Cotugno,

A Castel SantElmo il 22 e 24 giugno per il Napoli Teatro Festival Italia

servizio di Andrea Fiorillo

Napoli - Una location speciale, una luna meravigliosa in cielo, una fresca serata destate: presupposti perfetti perché uno spettacolo possa diventare magia. Ma troppo spesso, durante questa edizione del Napoli Teatro Festival, le aspettative finisco per essere fin troppo alte rispetto al risultato finale del lavoro a cui si va ad assistere.
E questo succede anche durante la mediocre messa in scena di Potevo far fuori la Merkel, ma non lho fatto, a Castel SantElmo, dal 22 al 24 Giugno.
Quattro i personaggi che si muovono in uno spazio rettangolari che definisce i confini della realtà nella quale i protagonisti sono rinchiusi, fin troppo stretta per essere sopportabile.
Modesto, il protagonista dello spettacolo scritto e diretto da Fortunato Cerlino e Marcello Cotugno, una volta aveva avuto la possibilità di uccidere la Cancelliera Merkel gettandole un vaso di fiori da un balcone di un albergo di Ischia dove faceva il cameriere, ma non era riuscito a superare la sua atavica inettitudine. Da allora pensa che avrebbe potuto cambiare la storia dellItalia e non laveva fatto, lanciando nel turbinio di questo semplice plot, con tutte le conseguenze del caso, anche la vita degli altri personaggi in scena.
Con questa impossibilità di cambiare un paese allo sbando, dove nessun giovane riesce a trovare lavoro, ma ancora di più a recuperare la speranza, Modesto non fa altro che provare a convivere, facendosi chiamare Steve, perché in lui è prepotente il mito di chi può farcela da solo, nonostante tutto e tutti, rappresentato da Steve Jobs, con il suo mantrico Siate affamati, siate folli. Il tutto basato, quindi, su questa continua dicotomia tra la potenza economica tedesca, di cui Berlino rappresenta la ambita meta, e lo squallore italiano.
Inseriti in uno scenario dal quale non sembra esserci altra via di uscita che la fuga, il tema che potrebbe risultare interessante finisce per diventare un polpettone esasperato nel quale troppo spesso si perde il filo, ci sia annoia, e si preferisce andar via prima che lo spettacolo finisca, come è capitato durante la prima alla maggior parte dei presenti.


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