“Personaggi” di Michele Serra- Piero Guerrera - Antonio Albanese - Regia di Giampiero Solari

Con Antonio Albanese

Al Teatro Carlo Gesualdo di Avellino il 7 e 8 febbraio

Servizio di Francesco Gaudiosi

Avellino - Antonio Albanese porta in scena al Carlo Gesualdo di Avellino Personaggi, spettacolo scritto insieme a Michele Serra e Piero Guerrera e rappresentato nel teatro irpino sabato 7 e domenica 8 febbraio.

Per chi si aspetta che Albanese faccia solo ridere, che regali quella risata melliflua e insensata di pochi secondi, si sbaglia di grosso. Perché Albanese, attore di Accademia, sa distinguersi, sia in teatro che al cinema, nel firmare progetti artistici sempre e comunque di spessore, interpretando personaggi che possono o semplicemente risultare comici per come portati sulla scena, oppure suscitare nello spettatore anche un’amara riflessione sulla società in cui viviamo.

Antonio Albanese fa rivivere i personaggi più celebri della sua carriera d’attore attraverso Epifanio, L’Ottimista, il Sommelier, Cetto La Qualunque, Alex Drastico e Perego: dall’immigrato che non riesce ad inserirsi al Nord, all’infaticabile imprenditore settentrionale, dal paradossale (e comicissimo) sommelier che decanta il vino, al politico più divertente e volgare che ci sia mai stato in Italia (non troppo lontano dalla realtà poi), dal visionario Ottimista ai teneri sogni internazionali di Epifanio.

Maschere dunque, che Albanese riesce magistralmente a portare all’esasperazione, rivelando però più volte durante lo spettacolo che questi personaggi, all’apparenza così assurdi e paradossali, non sono poi così distanti dalla realtà, anzi, questi sembrano essere caratteri molto affini all’umorismo di stampo pirandelliano. Come da aspettarsi dalla penna del co-autore Serra, i testi dello spettacolo sono permeanti di opinioni talvolta comiche, talvolta amarissime, sulla contemporaneità in cui ci troviamo a vivere. E allora da Albanese non ci arriva solo quella risata che il comico sa regalare al pubblico: dietro il personaggio di Cetto La Qualunque c’è un politico corrotto e volgare, sessista e poco istruito che non si limita a far ridere per la sua ignoranza, ma che, come ribadisce spesso Albanese, non è altro che un personaggio nato dai discorsi (reali) di alcuni politici nelle Camere dei Senatori e dei Deputati italiani.

Riflessioni vere, sarcastiche, che rimarcano proprio le nevrosi, l’alienazione, lo scardinamento affettivo della famiglia, e il vuoto ideologico con il quale ogni uomo si trova a dover far fronte. Anti- eroi che risultano veri e credibili, maschere da Sei personaggi  esasperatamente reali, pregnanti di realtà.

Come nelle sue ultime regie, la firma volta all’essenzialità scenica e alla focalizzazione sull’attore di Giampiero Solari è evidente. Con nessun elemento di scena superfluo, tutta l’attenzione dello spettatore si concentra sulla istrionicità di Albanese che, nonostante si muova poco sul palco, riesce a magnetizzare l’attenzione del pubblico con una presenza scenica sbalorditiva.

Da lodare, infine, l’idea di regia di posizionare faretti in modo da riflettere le ombre dei personaggi di Albanese su pannelli situati in fondo alla scena, sottolineando la presenza ingigantita e onnipresente di fantasmi, quelle figure così divertenti ma così spaventose che ogni uomo possiede nella sua interiorità. Proprio come i Personaggi di Albanese.

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