Mario Gelardi e la rilettura contemporanea di Gibran

“Lui, Il figlio”: La rassegna Lux in Tenebris alla Basilica di Santa Maria della Sanità
Servizio di Vincenzo Perfetti
NAPOLI-Continua la rassegna Lux in Tenebris del ntS’, che questa volta veste i panni del sacro contemporaneo. “Lui, il figlio”, progetto di Mario Gelardi, per una composizione a più voci (Tino Caspanello, Fabio Rocco Oliva, Antonella Ossorio, Eduardo Savarese, Maria Cristina Sarò, Emanuele Tirelli, Cristina Zagaria) nei giorni 2 e 3 luglio è stato presentato presso la Basilica Santa Maria della Sanità, nel cuore del Rione. È li, sull’altare della Basilica omonima, che si alternano le voci, i corpi, le personalità, i pensieri di chi si è avvicinato a Cristo, e come uomo, e come divinità. Senza mai dimenticare il tassello della napoletanità. È nel centro storico che si arrabatta la folla che seguirà l’esecuzione. Atmosfera solenne, illuminata da poche candele, fanno da eco agli attori che ben lasciano correre le parole. Giuda, colui che con il suo presunto tradimento ha regalato la figura del “salvatore” che ogni giorno viene “pregato”, chiamato in causa. Giuda, un uomo colpevole solo del fatto di aver mostrato la vera qualità dell’uomo. Non considerando i trenta denari, no per il gusto del tradire. Ma come “mezzo” che ha portato la solennità nella figura del Cristo. E come mezzo emerge anche la figura di Lazzaro. Uomo comune, miracolato, che nella sua ironia insatura un rapporto da odi et amo con il suo salvatore. È poi la volta di Maria Maddalena. È lei che ne mostra il lato strettamente umano, in chiave quasi pasoliniana del “Vangelo secondo Matteo” se si vuole. Un uomo che non è giunto in terra per portare la pace, bensì è arrivato armato di “spada”. Lui, che è sempre dalla parte dei più deboli, lui che beatifica coloro che vedono l’invisibile. Lui, che morendo ha sconfitto la morte resuscitando. Emerge così la figura, a doppio taglio di Maddalena, da sempre figura perseguitata dalle sacre scritture. Forse, soltanto una donna eversiva e rivoluzionaria. Il pentimento di Simone/San Pietro. Colui che tradisce perché non ha riconosciuto la figura dell’ultimo periodo di Cristo, antecedente la morte. Lo tradisce, lo rinnega tre volte prima che il canto canti, solo perché deluso e arrabbiato per un figlio del divino che si arrende al volere del più forte. Non manca poi l’ironia napoletana di Lazzaro, convinto di essere stato solo un mezzo per aumentare la fama di colui che si presentava come Messia. È la volta della madre di Giovanni il Battista, restia a credere in un uomo che predica il bene per i genitori, i figli, e lascia che un figlio abbandoni la propria madre. Tommaso, il santo che non crede se non vede, perché vuole “’e risposte”. Solo toccando le ferite del suo “Maestro” dopo la resurrezione si renderà conto della sacralità che si troverà dinanzi. E infine, la figura di Maria, madre di Cristo. Una madre nel pieno senso della parola, mancante di parte del suo amore portato in grembo. Una madre che non si arrende alle lacrime: sa che Lui, il figlio tornerà. Maria, non è solo la madre di chi si è sacrificato, ma anche di chi lo portato alla morte. La madre che perdona ed è per coloro che sparge le lacrime. Cast: Carlo Caracciolo, Annabella Carrozza, Luigi Credendiano, Gianluca D’Agostino, Roberto De Pasquale, Mario Di Fonzo, Carlo Geltrude, Irene Grasso, Gennaro Maresca.
 
 
 
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