Il Teatro Bellini chiude "ZONAROSSA"
Dopo settantasei giorni il Teatro Bellini chiude "Zona Rossa"
Alfredo Angelici
Federica Carruba Toscano
Pier Lorenzo Pisano
Matilde Vigna
76 giorni di "reclusione"
76
giorni, 356 giorni dopo la nostra prima, e in realtà unica, infinita chiusura
76
giorni passati a creare
76
giorni passati ad interrogarsi sul senso del teatro oggi
76
giorni per dare alla luce due spettacoli che chissà quando andranno in scena
76
giorni in cui la luce del sole non l’hanno vista nemmeno, i reclusi del nostro
“grande fratello teatrale”…
76 giorni dopo l'inizio di questo “folle” progetto ci
ritroviamo a salutare gli ultimi 4 artisti rimasti in Zona Rossa, con la
certezza di aver provato a metterci in discussione.
Non riconosco la visione del teatro che avevo prima.
Oggi, alla fine di questi 76 giorni in cui di teatro
abbiamo parlato, discusso, immaginato e litigato, resto con un senso di
disillusione. Anche se fin dal principio avevamo preventivato un possibile
fallimento, e benché ne usciamo dopo aver realizzato ben due spettacoli fatti e
finiti, non riconosco la visione del teatro che avevo prima.
Daniele Russo
Forse è troppo presto, o forse è sempre troppo tardi e l’avanguardia tarda ad arrivare. Questo è il tempo in cui viviamo. Questo è il tempo in cui ci è concesso di vivere e il nostro progetto, Zona Rossa, che accorda il suo respiro a quello del tempo corrente, si chiude, forse troppo presto, forse troppo tardi.
Ma in questo susseguirsi di tempo, che mischia le ore con
i giorni, mentre i minuti di incertezza si trasformano nella pienezza di un
anno appena passato, noi tentiamo di zavorrarci a terra, come scogli in mezzo
al mare, per raccontare non ciò che non è stato, ma ciò che, nonostante tutto,
è potuto esserci. Ci sono stati artisti che hanno ritrovato la forza di
definirsi tali. Ci sono stati operai che ci hanno abbracciato in un unico senso
del lavoro. Ci sono stati cittadini che hanno unito le proprie speranze alle
nostre. Ci sono state vittorie, ma ci sono stati fallimenti. E tutto ciò è
stato in comune, come i settantasei giorni di reclusione in teatro, come le
festività passate isolati, come l’incertezza di ritrovare il proprio lavoro e la paura di
perdere i propri cari.
Da lontano le sirene illusorie e propagandistiche di una
normalità a portata di mano. Attorno a noi, la tempesta di un mondo
che crolla e risorge, giorno dopo giorno. I nostri artisti in fondo sono solo
uomini e tutti gli uomini non sono nient’altro che artisti. La tela è ancora bianca e il tratto è
breve. Abbiamo provato a far capire che solamente con pennellate comuni potremo
disegnare il nostro domani.
E in tutto questo, proprio in tutto questo, il nostro
atto è pronto, il fonico è dietro alla consolle, il direttore di palco canta il
chi è di scena, qualche rito scaramantico degli attori aleggia nei camerini, ma
il sipario è ancora chiuso. Lo spettacolo è pronto, l’uomo si desta, il sipario è ancora chiuso, il politico
sbraita, il sipario è ancora chiuso. Un altro giorno è passato, ma il sipario è
ancora chiuso.
Forse è troppo presto o
forse è già tardi.
Davide Sacco
Sono
stati 76 i giorni di
"reclusione", in cui gli artisti di Zona Rossa hanno
realizzato due nuove creazioni:
SETTANTASEI
Il crollo dell'impero romano d'occidente
drammaturgia
e regia Licia Lanera, Pier Lorenzo Pisano
con
Alfredo
Angelici, Federica Carruba Toscano, Matilde Vigna
scene Lucia Imperato
costumi Chiara Aversano
luci Salvatore Palladino
assistente
alla regia Salvatore Scotto D'Apollonia
produzione Fondazione Teatro di Napoli - Teatro Bellini
SENET
drammaturgia e regia Pier Lorenzo Pisano
con
Alfredo
Angelici, Federica Carruba Toscano, Matilde Vigna
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