I Miserabili di Victor Hugo adattamento teatrale di Luca Doninelli regia Franco Però
Al Teatro Mercadante di
Napoli, dal 25 aprile al 6 maggio 2018
Servizio di Rita Felerico
Napoli : «Non c’è stata una giornata delle prove – evidenzia il regista – in cui
per sistemare una battuta, per cercare una parola non ci si sia imbattuti in
concetti universali, pensieri che toccano il mondo di oggi, la nostra società,
il pensiero francese di questi momenti. Un giorno mi suonava strana la battuta
di uno dei giovani rivoluzionari e ho riguardato il romanzo, certo che ci fosse
stato qualche aggiustamento drammaturgico: sembrava scritta nel ’68. Invece
Luca Doninelli aveva preso esattamente la frase di Hugo, che continua a
stupirci e impressionarci per queste sue assonanze con l’attualità, per la
capacità di affrontare temi diversissimi, di mettere assieme momenti alti e
momenti bassi (questa è un’altra sua grandezza)». Le parole di Franco Però,
il regista di uno spettacolo che scorre – nonostante la durata di due ore e 40
minuti – negli occhi e nell’emozionalità dello spettatore con calibrato e
attento coinvolgimento, chiarificano le scelte operate nell’affrontare la
realizzazione e la messa in scena di un testo considerato – a ragione – uno dei
capolavori di tutti i tempi. Il gusto della narrazione, ormai richiesto dal
pubblico dei nostri giorni in cerca di spiegazioni e motivazioni che spieghino
la dispersione, morale e civile, ormai dilagante, supporta la rilettura dei Miserabili; è la necessità di rispondere ad un bisogno etico che il
teatro nel suo divenire ed essere esprime quale eco sociale. Le figure dell’ex
galeotto e del commissario sempre in agguato per coglierlo ‘sul fatto’, sono
paradossalmente contrapposte, scrivono due storie, due racconti che si
intersecano nelle 1500 pagine del
romanzo : “… quello di Jean Valjean- il galeotto fulminato dal bene - è un romanzo di iniziazione, quello di
Javert - il commissario - è una pura tragedia, senza alcuna
iniziazione possibile “, afferma Doninelli che ha saputo ben sintetizzare
la complessa struttura dell’opera, non solo teatralmente. La disuguaglianza, l’ impossibilità
della ‘storia’ di insegnare e performare al meglio il futuro, la giustizia
‘cieca’, avvinghiata a forme poco consone e adeguate ai tempi, i pregiudizi, il
misero legame dell’uomo al denaro come misura di se stesso e delle relazioni,
il ‘peso’ di un destino irreversibile sono i temi che il grande scrittore
francese tocca con geniale universalità. Una sfida quella lanciata da Doninelli,
dal regista Però e da tutto il cast dei bravissimi attori, ben centrati nei
ruoli e convincenti nella resa, capeggiati da un magistrale, delineato Franco
Branciaroli, un Jean Valjean senza sbavature,
radicato nelle sue scelte e deciso ad andare ad ogni costo fino in fondo alla
sua vita. Sullo sfondo il bene e il male; quali sono i confini che li dividono
? come riconoscere il valore ? come proteggersi da presunti assalti di buio di
coscienza? come andare a vedere la ‘verità’ delle cose,degli accadimenti, senza
avere la mente legata a pensieri che legano la nostra libertà interiore?. La voce, il tono del bravo Branciaroli
tracciano e guidano il cammino nei meandri della nostra coscienza e battono i
momenti di difficoltà o di gioia, descrivono la lotta che da sempre ferisce e
affligge l’esistere. E scorrono veloci i grigi pannelli di scena che con una
giusta e non ridondante presenza, segnano il passare del tempo, disegnano gli
spazi, facendoci immaginare con pochi gesti di scambio, luoghi, atmosfere, luci
;uniche macchie di colore che ben si stagliano, la bandiera francese – un
simbolo – e il rosso delle stole dei
preti. La religione è altro tema di confronto, che ci fa pensare a un senso di religiosità originario, di
appartenenza data ma perduto anch’esso nei meandri della contemporanea trama relazionale, comunicativa e identitaria.
adattamento teatrale Luca Doninelli
regia Franco Però
con Franco Branciaroli
e con Alessandro Albertin, Silvia Altrui, Filippo Borghi, Federica De Benedittis, Emanuele Fortunati, Ester Galazzi, Andrea Germani, Riccardo Maranzana, Francesco Migliaccio, Jacopo Morra, Maria Grazia Plos, Valentina Violo
scene Domenico Franchi
costumi Andrea Viotti
luci Cesare Agoni
musiche Antonio Di Pofi
foto di scena Simone Di Luca
produzione Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, CTB Centro Teatrale Bresciano, Teatro De Gli Incamminati
regia Franco Però
con Franco Branciaroli
e con Alessandro Albertin, Silvia Altrui, Filippo Borghi, Federica De Benedittis, Emanuele Fortunati, Ester Galazzi, Andrea Germani, Riccardo Maranzana, Francesco Migliaccio, Jacopo Morra, Maria Grazia Plos, Valentina Violo
scene Domenico Franchi
costumi Andrea Viotti
luci Cesare Agoni
musiche Antonio Di Pofi
foto di scena Simone Di Luca
produzione Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, CTB Centro Teatrale Bresciano, Teatro De Gli Incamminati
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