Pamela Villoresi, un'artista infaticabile e poliedrica. A marzo con uno spettacolo su Teresa d’Avila

Servizio di Laura Canevali

 
Abbiamo trovato Pamela Villoresi al Festival di Ravello con Memorie di una schiava il 29 agosto a Villa Rufolo e al Festival di Orbetello con Aria di Mare
Memorie di una schiava. Testo impegnato di denuncia e poesia contro ogni forma di schiavitù. Vincitore del premio Pulitzer, per  questo spettacolo è stata nominata come migliore attrice. Da vent'anni inoltre conduce la direzione artistica del Festival di Orbetello, dal 26 al 29 agosto, con una rassegna di spettacoli dedicati alla diversità e alla ricchezza di respiro, che essa produce. Troveremo infatti produzioni, che raccontano ognuna a suo modo il mondo del diverso. L'attrice, oltre avere la direzione artistica, sarà presente con Aria di Mare uno spettacolo dedicato al mondo femminile. Poi il recital sulle poesie di Alda Merini… Infine lo spettacolo su Teresa d'Avila l'anno prossimo. Insomma un'artista infaticabile e poliedrica, che non vuole risparmiarsi.

 
Memorie di una schiava. Di che si tratta?

E’ un testo che ha vinto il Premio Pulitzer e che originariamente si chiama “Spedizione al baobab”. Racconta di una bambina che viene tolta dalla sua tribù per essere fatta schiava. Rimane incinta più volte ma tutte le volte perde i figli. L’ultima persona da cui viene presa e con cui stabilisce un rapporto d’amore muore. Allora si rifugia nella foresta. Il mio costume infatti è costituito da foglie di baobab. E’ un testo dedicato ad ogni forma di schiavitù.


Ci parli dello spettacolo. Perché il pubblico dovrebbe venire a vederlo?

Per varie ragioni: le buone critiche che ha ricevuto, la regia poetica di Giovanni De Luca, il linguaggio moderno nonostante il testo non sia recente e poi per il fatto che per questa interpretazione sono stata candidata come migliore attrice.

 
Il ruolo dell’attrice e quello di regista. Qual è quello a cui vanno le sue preferenze. E che differenza incontra in questi ruoli quando si approccia ad uno spettacolo?

Sono venti anni che faccio regia. E’ un ruolo che mi piace, in quanto mi fa esprimere il mio lato spirituale.
Mi piace sia la parte di regista che quella di attrice. Continuo la direzione artistica del festival di Orbetello. Mi piace tirar fuori dagli interpreti quanto vogliono esprimere. Dovessi scegliere rinuncerei alla regia.

 
Le maggiori soddisfazioni che ha ricevuto in questi 45 anni di carriera?

Sicuramente il fatto che la gente mi vuole. E’ interessata, e viene, mi aspetta, ai miei spettacoli.
 

Tra qualche mese debutterà con un recital sulle poesie di Alda Merini. Che rapporto ha con questa figura e in generale con la poesia?

Con la poesia posso dire di avere avuto un rapporto intenso. Ho conosciuto molti poeti da Mario Luzi a Maria Luisa Spaziani, recentemente scomparsa, e Alda Merini. Era una figura ingenua, nonostante l’inferno che aveva attraversato, scriveva in un modo meraviglioso. Sono stata a casa sua abbiamo parlato di questo progetto e poi mi ha regalato due poesie su Teresa d’Avila che conservo a casa.

 
Tra i tanti artisti incontrati in questi anni chi è quello che ricorda con più piacere?

Sicuramente Giorgio Strehler e Nino Manfredi.
 

Qual è il suo prossimo sogno artistico non ancora realizzato?

Il mio sogno si sta realizzando… Finalmente dopo venti anni metterò in scena uno spettacolo su Teresa d’Avila, madrina della Chiesa, in occasione dei suoi 500 anni. Il debutto avverrà a Roma il 28 marzo nella Chiesa di Santa Maria Vittoria.

 
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