SHAKESPEARE IN LOVE (WITH MARLOWE) di Vittorio Cielo - Regia di Ennio Coltorti


Al Piccolo Bellini di Napoli dall’8 al 13 novembre

 

Servizio di Andrea Fiorillo

 

Napoli - È stato in scena dall’8 al 13 novembre al Piccolo Bellini di Napoli lo spettacolo Shakespeare in love (with Marlowe), prodotto da TTR, Il Teatro di Tato Russo, scritto da Vittorio Cielo, che ha rielaborato “Shakespeare. Sulle tracce di una leggenda” di Samuel Schoenbaum, ed interpretato da Emiliano Jesus Coltorti ed Ennio Coltorti, che si è occupato anche della regia.
Un giovane ed entusiasta William Shakespeare, interpretato da Coltorti figlio, bussa alla porta del già affermato e ben più oscuro Christopher Kit Marlowe, i cui panni sono vestiti dallo straordinario attore Coltorti padre. Un incontro che sa di confronto tra due menti geniali, uno “scontro” tra due spiriti diversi, dove il cinismo del maestro resta affascinato dal disincanto dell’allievo.

Vestiti con abiti in stile d’epoca, meravigliosamente evocativi e realizzati da Rita Forzano, i due duellanti si fronteggiano in un dialogante corpo a corpo che l’autore, rielaborando con libertà letteraria, foggia con alterne vittorie dell’uno o dell’altro utilizzando riferimenti aulici ed esempi provenienti dalla scrittura stessa dei due protagonisti, come la Dama Bruna per Shakespeare, il Tamerlano e il Faust per Marlowe, in un suggestivo detto/non detto che induce a rafforzare la curiosità di chi assiste.

Ma nulla viene reso semplice, perché quello è il linguaggio, quello è il contesto complesso nel quale si annida una domanda che trova risposta solo alla fine: ma Christopher Marlowe era una spia? E la risposta è affermativa perché l’impetuoso Marlowe era stato pronto a servire il gioco del potere della regina, diventando un agente segreto scomodo tanto da essere ucciso a soli 29 anni durante una rissa in una bettola con un pugnale puntato nell’occhio. Una regina, Elisabetta, quella vergine dai tanti amanti, amata e temuta, attentata da falsi adoratori,  che diventa trait d’union, nel complesso gioco delle parti, ed è resa in scena da uno straordinario uso trasfigurante della voce e dell’espressività mimica e gestuale di Ennio Coltorti.

E l’inganno teatrale è fatto, con tutto lo stupore magico che ne deriva e che rinnova la potenza del Teatro stesso, immergendo lo spettatore in un gioco di riflessi, di visione totale, di scene e controscene, riportando nei nostri tempi quella circolarità che nel Globe era familiare.

 

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