Le maschere del teatro italiano, ecco i vincitori degli oscar del teatro

Nella serata di premiazione tenutasi il 4 settembre presso il neo-teatro nazionale Mercadante, trionfa Pagni, Latella e Lehman Trilogy, ultima regia di Ronconi


Servizio di Francesco Gaudiosi


La serata di premiazione de Le maschere del teatro italiano è quella che De Fusco, direttore dello Stabile di Napoli, ha definito “il primo giorno di scuola del teatro”, il giorno che chiude ufficialmente i lavori scenici della recente stagione teatrale e che apre i nuovi cartelloni. Un interessante punto d’incontro dove artisti, registi, critici e uomini e donne dello spettacolo tirano le somme dell’annata passata e dei progetti futuri.
Nella splendida cornice del Mercadante, location insolita per il premio- dato che la cerimonia si è sempre svolta come da tradizione al San Carlo, e quest’anno nello Stabile napoletano come riconoscimento del teatro italiano della qualifica dello stesso a Teatro Nazionale- si respira, a inizio serata, un senso di solitudine, come se nella festa del teatro mancasse un partecipante illustre, che prende il nome di Luca Ronconi. La sua ultima regia, infatti, Lehman Trilogy, si aggiudica il titolo di miglior spettacolo di prosa e miglior sceneggiatura,  quest’ultima firmata da Stefano Massini.
Vince invece il premio come migliore attore protagonista  lo straordinario Eros Pagni per il suo Antonio Barracano nel Sindaco del Rione Sanità (regia di Sciaccaluga) e al femminile premiata la poliedrica Manuela Mandracchia per Hedda Gabler (regia di Antonio Calenda). Il premio come migliore attrice non protagonista va a Monica Piseddu per la sua interpretazione nello Zoo di Vetro con la regia di Cirillo, quest’ultimo in nomination come migliore attore non protagonista, categoria che però ha visto vincente l’ottimo Sganarello-Nando Paone nel Don Giovanni di Preziosi.
Alessandro Averone è il miglior attore emergente per Der Park, di Peter Stein, spettacolo che si aggiudica anche la migliore scenografia con Ferdinand Woegerbauer. Trionfo di applausi per l’intensa interpretazione di Giulia Lazzarini, premiata come miglior interprete di monologo (Muri- prima e dopo Basaglia) in una pregiatissima terna composta dalla attrice meneghina, da Roberto Herlitzka e da Giuseppe Fiorello.
Il miglior costumista è Maurizio Millenotti per Il giardino dei ciliegi di De Fusco, Nicola Piovani è il migliore autore di musiche per La dodicesima notte di Carlo Cecchi. Il Don Giovanni di Filippo Timi, presente in numerose terne finaliste, si porta a casa solo il migliore disegno di luci( firmate da Luigi Saccomandi), mentre, a parer di chi scrive, avrebbe meritato qualche premio in più anche in altre categorie.
Una serata di festa per il teatro, nella città di Napoli. Peccato però che, se analizziamo attentamente i titoli vincenti (ma anche le terne finaliste) ci si rende conto che appena un terzo degli spettacoli in questione è stato portato sui palcoscenici napoletani. Ne consegue che la platea ed il pubblico di ieri sera, presumibilmente quasi del tutto partenopeo, era all’oscuro di oltre la metà degli spettacoli premiati e presenti nelle terne. Sarebbe quindi d’auspicio che i direttori artistici del capoluogo campano avvertissero questa grave carenza  di titoli di qualità: Lehman Trilogy, lo spettacolo pluripremiato di Ronconi, quest’anno non toccherà nessun teatro napoletano. Tra stagioni teatrali piuttosto deludenti che si profilano di fronte al pubblico e alla critica napoletana, l’ultima perla di Ronconi avrebbe siglato nell’inferno, quel che inferno non è, direbbe Calvino. Un’occasione persa che forse potrebbe essere un appello alle maestranze artistiche napoletane.
Premio alla memoria di Graziella Buontempo a Dino Trappetti, presidente della sartoria Tirelli costumi e presidente della fondazione Tirelli Trappetti, e premio del presidente al longevo Umberto Orsini, esempio di un teatro vivo, imprenditoriale e reattivo ai giovani impulsi della scena italiana. Premi, applausi ed artisti che fanno ancora sperare nella qualità del “manufatto teatrale”, esempi di un artigianato che sa riconoscere un prodotto valevole di un riconoscimento nazionale come il premio de Le maschere.

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