HYPÀTE testo e regia di Aniello Mallardo

Per Napoli Teatro Festival Italia 2020 - Palazzo Reale – Giardino Romantico - 30 luglio ore 22.30 - durata 1h - Prima Assoluta

Servizio di Pino Cotarelli


Napoli – HYPÀTE, il testo di Aniello Mallardo, rappresentato in prima assoluta nel Giardino Romantico di Palazzo Reale, per la sezione Osservatorio del Napoli Teatro Festival Italia 2020, ripropone la figura di Ipazia, la scienziata, astrologa, matematica, filosofa, nata ad Alessandria d'Egitto intorno al 350-370 d.C., figlia di Teone, matematico e astronomo, dal quale fu introdotta agli studi del Sistema matematico di Tolomeo. Ipazia già dal 393 era a capo della scuola alessandrina, dove insegnava matematica, astronomia e filosofia, (come ricorda Sinesio giunto ad Alessandria da Cirene per seguire i suoi corsi), riaffermando così il prestigio dell’insegnamento delle scienze mediche e della matematica voluto da Tolomeo. Durante il suo regno difatti, nella nuova capitale egizia, Alessandria,  ci fu un notevole sviluppo nel campo artistico e culturale, con la costruzione della famosa Biblioteca e del Museo, la diffusione del culto di Serapide e la costruzione di una delle sette meraviglie del mondo, il Faro di Alessandria.


Ma la città stava cambiando, come insisteva più volte il prefetto Augusteo Oreste, nel vano tentativo di convincere Ipazia della necessità di aderire alla religione cristiana per la sopravvivenza; era in atto infatti, una lotta intestina fra i giudei, i greci e i cristiani, per il predominio religioso e politico. Il prefetto temeva anche di non poter più né rivedere né aiutare Ipazia, perché era contrastato dal vescovo di Alessandria Cirillo che lo aveva preso di mira oltre che per essere stato alla scuola di Ipazia, anche per esserne innamorato. Lo stesso Sinesio, altro allievo di Ipazia, cercherà di persuaderla, ma ormai il prestigio di cui godeva Ipazia ad Alessandria, non era più soltanto culturale, era diventato anche politico a causa della sua inconsapevole influenza considerata pericolosa dal Vescovo Cirillo che incominciò a screditarla. Nella Cronaca di un vescovo cristiano copto attivo ad Alessandria nel VII secolo, Giovanni di Nikiu, si ipotizzavano doti da strega e capacità di seduzioni magiche: «In quei giorni apparve in Alessandria un filosofo femmina, una pagana chiamata Ipazia, che si dedicò completamente alla magia, agli astrolabi e agli strumenti di musica e che ingannò molte persone con stratagemmi satanici. Il governatore della città l'onorò esageratamente perché lei l'aveva sedotto con le sue arti magiche. Il governatore cessò di frequentare la chiesa come era stato suo costume. Ad eccezione di una volta in circostanze pericolose. E non solo fece questo, ma attrasse molti credenti a lei, ed egli stesso ricevette gli increduli in casa sua».


Il vescovo Cirillo non smentì il suo perfido integralismo religioso affidando ad alcuni monaci l’eliminazione della donna considerata pericolosa, oltre che per l’influenza, perché autorevole esponente della scienza pagana. Catturata, spogliata nuda e dilaniata con cocci aguzzi, le furono cavati gli occhi e i resti del suo corpo furono sparsi per la città e dati alle fiamme. Ben interpretata da Serena Mazzei, Ipazia, messa in scena dell’autore Aniello Mallardo, compare seduta davanti ad un’antica Biblioteca nell’intento di ribadire all’infinito la sua unica laica passione, l’amore per la scienza che non può piegarsi a compromessi religiosi, mentre sembra ripetere i suoi esperimenti in un moto perpetuo. Attorno a lei si compiono gli atti che la porteranno alla tragica fine, dalle esortazioni del prefetto Oreste a convertirsi per necessità e convenienza, alle raccomandazioni di Sinesio che quella scelta sembra averla fatta, fino ad arrivare alle minacce di Cirillo. Poi il tutto si scompone e si ricompone come nel ripetersi della storia e del tempo a cui Ipazia si è sottratta ed ha resistito, divenendo una martire del pensiero. Una bella messa in scena, con bravi attori: Giuseppe Cerrone, Luciano Dell’Aglio, Serena Mazzei e Andrea Palladino, in cui si è notata l'ottima recitazione e la perfetta dizione. Un lavoro classico che non ha mai stancato il pubblico, che con attenzione ha seguito in silenzio, per applaudire lungamente alla fine, questa bella rappresentazione.

Hypàte testo e regia Aniello Mallardo
Con Giuseppe Cerrone, Luciano Dell’aglio, Serena Mazzei, Andrea Palladino
Aiuto regia e musiche originali 
Mario Autore
Assistente alla regia 
Gaetano Balzano
Scene 
Sissi Farina
Laboratorio e realizzazione scene Giovani Teatri
Costumi 
Anna Verde
Aiuto sarta 
Federica Del Gaudio
Consulente tecnico Marco Perrella
Video di scena Francesco Mucci
Fotografia di scena 
Giorgia Bisanti
Produzione Teen Thèâtre, Teatri Di Seta

 

 

*photographs by Giorgia Bisanti

 

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