"Do not disturb", ecco il teatro che squarcia il velo del pudore e della finzione scenica

Una produzione del nuovo teatro Sanità al Parker’s di Napoli
Servizio di Francesco Gaudiosi

Napoli- “Do not disturb, il teatro si fa in albergo” è un format teatrale ideato da Mario Gelardi, che potrebbe definirsi genio per la concezione dello spazio recitativo e interpretativo.  Se infatti anche le più bizzarre e  controtendenti messinscene teatrali avevano già visto attori lontani dal palcoscenico recitare nei luoghi più reconditi di un teatro, qui l’albergo è condizione necessaria ed indispensabile per mettere “in scena” una rappresentazione del genere. Oserei dire che il teatro non sarebbe capace di restituire quel realismo, quel vissuto e quei sentimenti unici che possono emergere all’interno di un’anonima camera d’albergo. Il fil-rouge delle varie vicende che si susseguono è l’erotismo, che va miscelandosi con la poesia dei sentimenti ed il realismo della condizione umana. Ecco che allora all’interno di ogni stanza si assiste a spaccati di esistenze talvolta lacerati, talvolta tallonati da ossessioni represse, dove il partner diventa motivo e ragione di sfogo, di confessione, di messa a nudo dell’individuo. Le rappresentazioni consistono in “quadri” nei quali lo spettatore assiste alle storie raccontate dai personaggi delle camere d’albergo, quasi come se fosse un terzo occhio, prima o dopo un rapporto sessuale. Il realismo che traspare da questi dialoghi è impressionante; i testi di Claudio Finelli sono spunto di riflessione sull’attualità dei nostri giorni e sulle dinamiche interpersonali della modernità. Apprezzate sono state tutte le quattro rappresentazioni dello “spettacolo”: Zagara con Carlo Caracciolo e Fabiana Fazio e/o Annalisa Direttor, L’ossessione con Ciro Esposito e Ivan Boragine, All I Want con Mario Di Fonzo e Gennaro Maresca, ed infine Irene Grasso e Vincenzo Coletti nella sezione finale della rappresentazione che si riallaccia a L’ossessione, quasi come se lo spettatore vedesse cosa succede in due zone diverse dell’albergo quello che sta succedendo al marito ed alla moglie contemporaneamente.  Molto apprezzato infine, oltre al realismo di interpretazione di cui si è appena parlato, la non-conclusione delle storie. Lo spettatore infatti può vedere solo uno spaccato di queste esistenze, ammira solo una parte del quadro, desiderando quasi ardentemente di rimanere in quella camera e comprendere come si concluderà la vicenda alla quale ha appena assistito. Lo spettacolo è andato in scena al Grand Hotel Parker’s di Napoli nei giorni 9-10-11 maggio.

 

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